Diritto di accesso ai propri dati

Il diritto di accesso ai propri dati è previsto dagli artt. 12 e 15 del Regolamento (UE) 2016/679, c.d. GDPR, che non sono articoli vuoti e senza senso, anzi, nella quotidianità chi non ha mai avuto a che fare  con soggetti che vogliono raccogliere costantemente i nostri dati personali, per fortuna spesso con il consenso libero e informato a volte invece meno…?

 

Basta pensare a tutte le carte sconto e fedeltà, che spesso condividono dati anche con ulteriori soggetti non sempre contitolari e ben identificati o anche alle tessere di iscrizione a palestre, supermercati ecc..

 

L’interessato (la persona fisica cui i dati si riferiscono) oppure un suo delegato può sempre chiedere al Titolare del trattamento (ossia alla Società, alla Pubblica Amministrazione, al libero professionista, ecc. che determina le finalità e tratta i propri dati) l’accesso ai propri dati personali, può chiedere di conoscere le finalità del trattamento, le categorie di dati, i destinatari, periodo di conservazione dei dati o i criteri utilizzati per determinarlo, l’origine dei dati ovvero dove e come sono stati raccolti, nonché di conoscere l’esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione o trasferimenti dei propri dati fuori dall’Unione Europea.

 

Non ci sono costi da sostenere tuttavia, se le richieste dell’interessato sono manifestamente infondate o eccessive, in particolare per il loro carattere ripetitivo, il Titolare del trattamento può addebitare un contributo spese ragionevole, tenendo conto dei costi amministrativi.

La circostanza degna di nota e che il Titolare al quale l’interessato ha rivolto la richiesta, deve rispondere entro un mese. Nel caso non lo faccio sempre l’interessato può rivolgere un reclamo al Garante o ricorrere all’Autorità giudiziaria.

Bene anche solo rivolgere una successiva segnalazione al Garante è un deterrente assai forte per i Titolari del trattamento che si potrebbero, con altissima probabilità, vedere fare un accertamento da parte dello stesso Garante sulle modalità del trattamento dati, con rischio di sanzioni pecuniarie assai elevate.

All’Autorità Giudiziaria poi, a seconda dei casi, può essere chiesta anche un risarcimento danni commisurato alla lesione dei propri diritti.

Per info più dettagliate sul sito del Garante o al nostro studio.